IL PUERPERIO

Nasce un bambino, ma anche una mamma

Con il termine puerperio si identificano le prime sei settimane successive alla nascita del bambino.

Si tratta di un periodo intenso sotto ogni aspetto, in cui la donna sperimenta importanti cambiamenti fisici, attraversa emozioni forti, talvolta inaspettate, fa i conti con l’inevitabile trasformazione della relazione con il partner e in generale dei rapporti interpersonali, e contestualmente acquisisce un nuovo ruolo sociale, quello di madre.

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Un tempo queste prime sei settimane erano considerate un periodo molto speciale, spesso definito “quarantena”, nel corso del quale la neomamma non doveva avere altra preoccupazione se non l’accudimento e l’allattamento del suo piccolo, e il proprio riposo.

A tutto il resto, a “mandare avanti la casa”, agli uomini e ai bambini più grandi avrebbero pensato le altre donne della famiglia. I cambiamenti nella struttura sociale, in particolare il passaggio dalla famiglia patriarcale allargata alla famiglia nucleare, e l’entrata della donna nel mondo del lavoro, hanno giocato un ruolo fondamentale nel mutamento della percezione e dell’atteggiamento rispetto a questo periodo dopo il parto che, al contrario, non dovrebbe aver perso la sua importanza.

Quante volte oggi parenti e amiche si recano a casa della neomamma per offrire un aiuto concreto?

Quante volte portano un pasto pronto o si offrono di cucinare, oppure si propongono per ritirare i panni sporchi e per riportarli puliti, o per stirare?

Quante volte invece si presentano a casa, dando per altro per scontato che la propria presenza sia gradita, con un pensiero per il nuovo arrivato tra le mani, la smania di vederlo sveglio e di prenderlo in braccio, consigli e giudizi non richiesti né graditi, e nessun “come stai?” per la mamma pronunciato con la sincera intenzione di ascoltarne la risposta?

Perché è così importante, fondamentale anzi, favorire il riposo della mamma e consentirle di passare molto tempo con il proprio bambino?

La risposta è semplice ed essenziale: è proprio questo il periodo in cui si gettano le basi per la relazione tra madre e bambino.

Alla nascita la donna incontra per la prima volta il suo bambino al di fuori di sé, egli può corrispondere più o meno all’idea che si era fatta di lui, a volte può essere invece molto distante da questa immagine.

Non sempre l’innamoramento nei confronti del piccolo è immediato, non sempre è un colpo di fulmine, anzi. Può volerci qualche ora, o anche qualche giorno, ed è normale e sano che sia così: è essenziale, affinché l’innamoramento avvenga, la relazione si stabilisca e sia una buona relazione, che la madre possa passare con il bambino molto tempo, poiché solo così potrà imparare a conoscerlo e ri-conoscerlo.

Va da sé che quanto appena detto si rende ancora più importante in quelle situazioni in cui il parto non sia stato fisiologico, o ci sia stata una separazione tra madre e bambino immediatamente dopo la nascita.

Cosa succede nel corpo della mamma in puerperio?

Il corpo ha sperimentato una grandiosa trasformazione durante la gravidanza, nel corso dei nove mesi si è lentamente adattato ad ospitare la creatura e permetterle di crescere dentro di sé. Dopo il parto invece le modificazioni sono fisiologicamente molto più rapide: l’utero entro i primi dieci giorni assume di nuovo le sue dimensioni pregravidiche, gli altri organi all’interno dell’addome e della pelvi tornano alla loro posizione originaria e avviene una ridistribuzione dei liquidi corporei, che è molto evidente soprattutto in quelle donne che in gravidanza hanno sofferto di ritenzione idrica e gonfiori.

È possibile che durante il parto ci siano state delle lacerazioni spontanee, o che sia stata praticata l’episiotomia, e che siano stati dunque necessari dei punti di sutura, che impiegheranno un numero di giorni variabile per cadere (vengono solitamente utilizzati punti di sutura riassorbibili).

Se invece la donna ha subito un cesareo, il tempo necessario per il riassorbimento dei punti e la cicatrizzazione sarà maggiore, pertanto sarà maggiore il suo bisogno di riposo.
La puerpera per un periodo di tempo variabile tra le 2 e le 4 settimane ha delle perdite vaginali (dureranno meno per coloro che subiscono un taglio cesareo), che sono espressione del ritorno dell’utero alle sue condizioni originarie: la contrazione costante dell’utero permette e accompagna l’eliminazione di eventuali residui di tessuto placentare, allo stesso tempo l’endometrio si ripristina, e la ferita lasciata dal distacco della placenta si rimargina. Inizialmente le perdite sono abbondanti e di colore rosso vivo, e vanno diminuendo fino a diventare una piccola perdita rosso scuro o marrone per diversi giorni.
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L’ostetrica accanto alla mamma in puerperio

Se il parto avviene in ospedale, durante la permanenza nella struttura, la neomamma incontrerà alcune ostetriche che si accerteranno regolarmente che:

  • l’utero sia contratto e che proceda nella sua involuzione
  • le perdite siano in quantità normale
  • che la sutura, se presente, sia in buono stato.

Le ostetriche resteranno inoltre disponibili per un sostegno nell’avvio dell’allattamento.

L’assistenza dell’ostetrica continua anche al di fuori delle mura dell’ospedale, con i servizi pubblici erogati dai consultori o quelli privati delle libere professioniste.

Se il parto avviene al di fuori della struttura ospedaliera, o se comunque la donna sceglie di farsi affiancare da un’ostetrica libera professionista, l’assistenza continua a domicilio almeno fino al decimo giorno di vita del bambino, per poi diradarsi.

Anche nelle visite successive a quelle dei primissimi giorni, l’ostetrica si informa innanzitutto riguardo lo stato di benessere soggettivo della donna, poi, appoggiando una mano sul ventre della mamma:

  • verifica contrazione e volume dell’utero
  • le chiede come sono le perdite e, se la donna riferisce fastidio o dolore nella zona genitale, controllerà che la sutura sia normale ed escluderà l’eventuale presenza di edemi
  • a consiglierà in caso riscontrasse qualche anomalia
  • in ogni caso la informerà sulla cura della zona fino alla cicatrizzazione ed oltre
  • sarà inoltre in grado di guidare la mamma nella rieducazione del pavimento pelvico.

L’ostetrica assiste mamma e bambino nel delicato avvio dell’allattamento al seno e nelle sue prime fasi, sta accanto nelle prime cure al neonato, ne osserva il comportamento, ne valuta l’accrescimento e verifica la cicatrizzazione dell’ombelico.

Oltre a quanto già descritto, l’ostetrica si occupa soprattutto di vegliare sull’inizio della relazione tra i due, e di facilitarla. In questo contesto un ampio spazio viene dedicato al racconto e alla rielaborazione del vissuto del parto, che spesso si rivela un nodo cruciale in presenza di difficoltà nell’allattamento e nella relazione. Per assolvere a questo suo ruolo l’ostetrica usa quelli che sono alcuni dei suoi strumenti più speciali: l’ascolto empatico e l’osservazione. Attraverso di essi vigila sugli aspetti psicologici e relazionali del nuovo nucleo familiare, è pronta a cogliere eventuali segnali di disagio e dare un sostegno, anche consigliando un supporto psicologico.

La donna che sceglie l’ostetrica in puerperio, che decide dunque di avere accanto una figura professionale che si occupa del suo benessere e di quello del suo bambino sotto ogni aspetto, che sceglie che le sia dedicato un tempo adeguato, e di essere ascoltata e compresa, fa una scelta di salute.